Si avvicina come ogni anno il 25 aprile, come da copione ormai trito e ritrito assisteremo a una “non” FESTA… eh già, perché d’altronde chi è che festeggia realmente la “Liberazione”?
Mentre intere famiglie saranno in campagna a godersi un giorno di libertà tra cibo e buona compagnia e flotte di giovani invaderanno le spiagge della Playa e di San Giovanni Licuti, saremo costretti a sorbirci per l’ennesima volta caroselli, ormai ridotti ai minimi termini, di sfigati, ragazzini travestiti da ribelli dell’ultima ora, vecchi “partigiani” i quali all’epoca dei fatti, non tennero in mano nemmeno un fucile e magari scomparirono nel nulla per poi ricomparire come eroi dell'ultima ora o peggio ancora che per ragioni anagrafiche non potevano di certo andare a “combattere tra le montagne”, borghesotti liberali, radical chic e semplici perbenisti. Il tutto condito da bandiere rosse, tarallucci e vino.
Questi soggetti, non ben definibili, marceranno festosi in città svuotate e deserte, si sentiranno ancora una volta portatori di libertà e democrazia, s’innalzeranno a baluardo di una festa tutta italiana, che non solo l’odiato nazifascista ma anche e sopratutto l’italiano medio non sente più e probabilmente non ha mai sentito.
D'altronde non ci si potrebbe aspettare di meglio sapendo che lo scopo per cui era nata la Resistenza e quindi la “Liberazione” non era di eliminare la presenza del nazifascismo in Italia, ma piuttosto di permettere di instaurare in Italia il comunismo bolscevico di Stalin. Non si voleva quindi combattere la dittatura perché ritenuta una forma di governo “totalitaria ,ingiusta, repressiva” verso quei fondamentali principi in difesa della libertà dell’individuo, volevano togliere la dittatura per estendere il comunismo sovietico e far diventare l’Italia un satellite della Russia.
A costo di apparire nostalgici , cosa che è distante da noi anni luce, non può che farci sorridere questa ennesima ricorrenza di una liberazione faziosa, che qualche vecchio lupo innalza a festa di popolo. Una festa di popolo è sentita da tutto il popolo e non crediamo che ci possano mai essere linee comuni ne pacificazione nazionale quando a distanza di più di mezzo secolo certi squallidi personaggi continuano a vantarsi di una guerra civile, sputando su tutti quei morti che non furono dalla loro parte, ma in fin dei conti chi se lo ricorda? Lasciamo che vivano un altro giorno di gloria... è la loro festa no?
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